C’era una volta la vacanza, quella fatta di tintarelle e tuffi in piscina, all’insegna dell’ozio e del riposo, nel rispetto del più classico concetto del “stacco la spina dalla routine quotidiana e non penso a niente”. Questo concetto di vacanza c’è stato, c’era e forse c’è ancora, ma nel frattempo è stato affiancato da un nuovo approccio di turismo, che viene avanti a grandi passi e che sembra destinato ad assumere sempre più spessore: il turismo di tipo esperienziale.
I concetti cambiano profondamente: i vacanzieri diventano viaggiatori, la vacanza ora si chiama viaggio. Il viaggio è inteso non più come un momento di allontanamento e beato relax, ma come una preziosa occasione di crescita e di sperimentazione. Nasce sempre più impellente l’esigenza di un turismo che sia “esperienziale”, cioè che regali esperienze, emozioni e nuove sfide, per sperimentare, per scoprire, per imparare e provare nuove emozioni.
La comoda e oziosa vacanza cede il posto a un turismo dinamico, variegato ed emozionale: il nuovo concetto di turismo fa rima con cicloturismo, esplorazione, dimensione local, riscoperta del territorio e delle tradizioni di un luogo. Non è più un turismo degli oggetti, che fa leva sulla sfera materiale e sulle cose da vedere, come in passato, ma è un turismo dei significati che risponde a una domanda diversa: cosa voglio che significhi per me questo viaggio?
Il nuovo turismo esperienziale si concentra sulla spazialità (dove andare), sulle attività (cosa fare) e sulle relazioni (chi incontrare).
I dati parlano chiaro: da un’intervista condotta da TripAdvisor appare che il turisti sembrano non accontentarsi più della vacanza tradizionale. Il 71& degli intervistati ha infatti affermato di partire per “allargare i propri orizzonti”, il 55% per “cercare esperienze uniche e interessanti”, il 44% per “arricchire le proprie conoscenze culturali”, mentre il 36% vuole “calarsi nella cultura locale”. E il trend è in costante ascesa.
Gli operatori del turismo ormai lo sanno: che attirano i turisti sono ora tour culturali, cooking class per recuperare ricette tradizionali, riscoprire hobby antichi e artigianalità dimenticate.
Quindi non più solo il turismo online con la vendita solo di voli aerei e grande catene alberghiere ma anche la commercializzazione online di pacchetti che propongono esperienze e attività eterogenee, dal benessere alla cultura passando per lo sport e la gastronomia.
Il trend del turismo esperienziale, la sua gestione e il ventaglio di attività proposte, non parte più ad appannaggio delle grandi OPA ma anche su iniziativa dei singoli operatori, che cercano di guadagnarsi visibilità e intraprendere la strada dell’indipendenza, in una chiara dimensione local.
Ciò che il turismo esperienziale si propone di fare è quello di venire incontro a diverse esigenze, a gusti e necessità sempre più dinamiche e varie, quello di un turista che è sempre più “viaggiatore indipendente” e che non si accontenta più solo di visitare, ma che vuole vivere un luogo attraverso esperienze.
Perché, come ha detto Eleanor Roosevelt, “ lo scopo della vita, in fondo, è quello di viverla, di gustare con intensità ogni accadimento, di apprezzare con entusiasmo e senza timore le esperienze più nuove e ricche”.