Realizzato nei primi anni del Novecento, con l’obiettivo di ripensare e dare un volto più moderno alla città bassa di Bergamo, nell’area fino ad allora occupata dalla Fiera di Sant’Alessandro, il Centro Piacentiniano nasce fin dalle origini con l’idea di diventare punto di incontro, relazione e condivisione tra i cittadini. La ricostruzione del complesso, compreso tra il Sentierone e via Petrarca, tra via Roma e largo Belotti, da generazioni di proprietà di Immobiliare della Fiera S.p.a., furono all’epoca gestiti attraverso l’indizione di un concorso nazionale nel 1906, vinto dall’ingegnere Giuseppe Quaroni e dall’architetto romano Marcello Piacentini con il progetto Panorama.
Il Centro Piacentiniano conserva ancora quell’atmosfera medioevale che piace tanto ai turisti
E’ buffo pensare come, oggi a distanza di più di un secolo, finalità e strumenti siano gli stessi di un tempo… è il caso di dire che “tutto cambia e niente cambia?”
Certamente dagli inizi del novecento agli anni ottanta per arrivare fino ad oggi, Bergamo ha subito notevoli trasformazioni, sono cambiati i tempi… ma questa città ha mantenuto ancora oggi quell’atmosfera medioevale che la caratterizza e la rende una città attrattiva per i turisti di tutto il mondo, anche il Centro Piacentiniano ha mantenuto la sua antica importanza per gli abitanti e per i turisti, è rimasto oggi come allora il cuore della città bassa, luogo di passaggio, di incontro, di condivisione e di shopping.
Un concorso europeo per la riqualificazione del Centro Piacentiniano di Bergamo
E’ in atto a Bergamo un processo che mira alla riqualificazione del Centro Piacentiniano , attraverso la ridefinizione degli spazi urbani come piazze e aree pubbliche, un’importante opera di riqualificazione, che rappresenta l’ultima tappa di un lavoro ben più ampio svolto dall’amministrazione negli ultimi tre anni e che riguarda lo sblocco di alcune situazioni quali l’approvazione della variante urbanistica che ha introdotto importanti elementi di novità tra cui il restauro del Teatro Donizetti e la riapertura dell’ex Albergo Diurno. Ora si passerà agli interventi sugli spazi aperti di questa importante area di Bergamo.
L’intento è di restituire a quest’area storica il suo antico significato, il suo ruolo di centro cittadino aggregante, ristudiandone gli spazi e i diversi utilizzi per migliorarne la vivibilità.
Più spazi verdi e un’unica area pedonale
Dal 1° febbraio scorso, Bergamo ha scelto il suo progetto di riqualificazione per il Sentierone e le aree adiacenti, Piazza Dante e Quadriportico, vincitore del “Concorso Bergamo” il gruppo Flânerie, guidato dall’architetto Luigino Pirola e composto da Maria Claudia Peretti, Simone Zenoni, Carlo Peretti, Gianluca Gelmini ed Elena Franchioni.
Il progetto individuato considera innanzitutto il valore identitario di ciò che già esiste, mirando a valorizzarlo con interventi minimi che non stravolgeranno eccessivamente l’area, ma renderanno maggiormente fruibili gli spazi pubblici, tra gli interventi previsti, il rifacimento delle pavimentazioni, l’introduzione di spazi verdi, la pedonalizzazione integrale del Sentierone, al centro del progetto la ristrutturazione di Piazza Dante, che sarà collegata all’ex Albergo Diurno, Piazza Cavour sarà resa più accessibile grazie alla creazione di un’area verde, Largo Belotti potrebbe diventare la nuova area adibita alle manifestazioni, se si potrà costruire un parcheggio sotterraneo.
Una riqualificazione urbana e sociale per la rinascita del Centro cittadino
Dal 16 febbraio è stata allestita nel palazzo Casa della Libertà, in piazza della Libertà a Bergamo un’esposizione temporanea che espone al pubblico gli elaborati del progetto vincitore e dei finalisti.
Il Centro Piacentiniano, a distanza di più di un secolo dalla sua ideazione, resta ancora oggi uno spazio fondamentale per la città di Bergamo, un punto di incontro storico, artistico e culturale sempre più scenario di iniziative, eventi e manifestazioni di medio e alto livello che molto spesso vengono organizzati in collaborazione con i commercianti, le attività e le associazioni sul territorio.
Quella a cui assisteremo, sarà una riqualificazione profonda, fisica ma soprattutto sociale, che mira alla rinascita di quest’area, che la vuole teatro della vita di ogni giorno dei cittadini.